Artistic activities and projects

Residenze d’artista, mostre, arte relazionale e creazione collettiva di opere

Le caratteristiche geo-politiche del Friuli Venezia Giulia hanno portato il suo territorio a rappresentare il confine geografico e culturale tra “est” e “ovest” del mondo, a partire dai tempi delle invasioni barbariche. Dai tempi dell’occupazione romana, dei Goti e degli Unni, diverse culture provenienti dall’altra parte dello spartiacque naturale costituito dalle Alpi e dal Carso, hanno avuto accesso alla penisola italiana, passando dalle metaforiche porte e varchi che il territorio offriva (Longobardi, Franchi, Turchi, addirittura i Cosacchi nel 1944-45), permettendo lo stratificarsi di un retaggio storico che ha caratterizzato la nostra identità anche nell’ambito della storia moderna, dei conflitti mondiali e fino al conflitto dei Balcani – addirittura dando luogo ad una sua militarizzazione preventiva negli anni del muro di Berlino, ultimo momento nel quale la minaccia invasiva è stata percepita come pressante sul confine Friulano-Giuliano dalle popolazioni del continente.

Nell’ambito del B#Side War Festival, 7a edizione, attraverso un sistema di residenze sul territorio regionale, artisti internazionali sono stati coinvolti nella ricerca e nella realizzazione di nuove opere basate sulla storia e sulla memoria del luogo, coinvolgendo i cittadini attivamente in workshop e attività di arte partecipativa.

Il progetto concentra la sua indagine sull’identità storica del territorio, nella sua qualità di limes (dai tempi dei romani sino alla contemporaneità) e negli effetti che il limes ha provocato per sua intrinseca natura: le invasioni.

Gli artisti selezionati per le residenze, sono: Beatrice Achille (Italia), il duo formato da Alice Mestriner (Italia) e Ahad Moslemi (Iran), Quyhn Lam (Vietnam), Cristian Tablazon (Filippine), Dan Allon (Israele), Zofia Zoltkowski (Polonia-Australia) e il duo di artisti formato da Cannupa Hanska Luger (Stati Uniti) & Ginger Dunnill (Polinesia).

Catalogo di B#Side 7 ↗

Gli eventi legati al progetto

Ricostruzioni. Interpretazioni contemporanee della storia friulana

La mostra alla Torre delle Prigioni di Moggio Udinese ha ricostruito, attraverso otto opere di artisti contemporanei internazionali, il difficile ruolo di limes tra est e ovest del mondo che il Friuli Venezia Giulia riveste da secoli. Invasioni, dominazioni straniere, eventi traumatici ma anche parentesi di splendore socioculturale costellano il passato della regione e hanno contribuito alla definizione dell’identità del suo popolo. Un’identità che da questi eventi ha saputo trarre un forte senso di orgoglio, ma anche una intima generosità e apertura verso culture e genti diverse.

Gli artisti riflettono il valore della multiculturalità che da sempre contraddistingue il territorio friulano: in mostra sono state esposte le opere di Beatrice Achille, Alice Mestriner & Ahad Moslemi, Quynh Lam, Cristian Tablazon, Dan Allon, Zofia Zoltkowski  e Cannupa Hanska Luger & Ginger Dunnill. Le opere sono il frutto di residenze in cui ciascun artista ha potuto esplorare il territorio, studiarne la storia e conoscerne gli abitanti, interpretandone il substrato culturale. Con performance di video arte e sound art, fotografie e installazioni, gli artisti hanno fatto emergere le tracce e le cicatrici del passato della regione, reinterpretandole sotto una nuova luce e promuovendo inediti spunti di riflessione.

All’inaugurazione della mostra, domenica 3 aprile (Festa della Patria del Friuli), il duo italo-iraniano formato da Alice Mestriner e Ahad Moslemi ha presentato l’installazione Albero a gomiti, un’etnografia d’artista che investiga la memoria collettiva della zona del Canal del Ferro-Val Canale. Gli artisti hanno interagito con storici locali, attivisti culturali, insegnanti, scrittori, famiglie, anziani e ragazzi, elaborandone la memoria collettiva. Da questo intenso lavoro di ricerca ha preso forma un’installazione cinetica densa di significato, il cui braccio meccanico mescola incessantemente la terra proveniente da Italia, Austria e Slovenia: un simbolo del movimento perpetuo che nei secoli ha visto l’integrazione delle persone e delle lingue nell’estremo nord-est italiano.

La mostra è stata organizzata in collaborazione con la Pro Loco Moggese e finanziata dalla Regione Friuli Venezia Giulia.

I partner del progetto