Una mappa degli appuntamenti aggiornati di START THE CHANGE / The War and the Land:
- Febbraio 4 e 6 / Workshop con l’artista Arcangelo Costanzo
- Febbraio 11 e 18 / Laboratorio con l’artista Joshua Cesa
- Aprile 1 / Workshop con proiezione del film di Pavel Granjert sulla piattaforma di e-leraning
- Giugno 17 e 18 / Workshop con l’artista Andrea Tessari
- Giugno 23 e 24 / Workshop con l’artista Ines Cohelo da Silva
- Giugno 25 e 29 / Workshop “for a human cartography” con l’artista Carmela Cosco
L’approccio del progetto si concentra sulla costruzione di un modello educativo replicabile che unisce le pratiche artistiche partecipative con le scienze sociali e naturali, per affrontare le problematiche locali relative alle disuguaglianze e alla migrazione nella comunità.
Abbiamo testato questa metodologia attraverso il nostro progetto Comfort Zone / Atelier, incentrato su gruppi di età 11-14. Vogliamo espandere la nostra portata attraverso questo fondo per includere la fascia di età 14 – 25 anni.
Il metodo è fatto su misura per affrontare le questioni locali attraverso l’uso del linguaggio artistico e una serie di azioni di “social art” (installazioni site specific, land art, sound art). L’approccio si concentra sulla promozione delle risorse locali e sulla creazione di una rete locale di artisti, educatori, ricercatori, arte-terapeuti, che guidano gli studenti di diverso background socio-culturale verso la realizzazione di progetti artistici negli spazi pubblici rilevanti per la memoria collettiva delle persone presenti nell’area. L’obiettivo è promuovere i valori di tolleranza e rispetto verso la diversità, che è una componente essenziale dell’identità europea, attraverso l’utilizzo del linguaggio artistico per trasformare gli spazi pubblici in siti di dialogo e riflessione.
Attività del progetto
Fotografia e narrazione: artisti emergenti e giovani provenienti da contesti multiculturali per sviluppare il vocabolario artistico per esprimere la loro identità culturale e relazione con la loro comunità, acquisendo al contempo nuove abilità visive e tecniche legate alla pratica della fotografia.
Teatro partecipativo e videoarte: attraverso partenariati con le scuole della zona, i giovani bilingui lavorano con artisti e scrittori per uno (o due) termini accademici per sviluppare e filmare una storia che narra il viaggio intergenerazionale e le sfide che li hanno portati alla loro esistenza all’interno del territorio.
Spazio pubblico, land art, scultura: rivitalizzare gli spazi pubblici familiari o dimenticati coinvolgendo giovani artisti per reinventare e riutilizzare in modo collaborativo i loro quartieri (lotti vuoti, parchi deserti, piazze civiche ecc.) Attraverso installazioni site specific.
Sound Art e cartografia espressiva: usare la soundwalking come metodologia per riconnettersi con la storia del territorio mantenendo la narrazione degli abitanti mentre si iscrivono le nuove narrazioni dei migranti attraverso la creazione di tour audiovisivi. La pratica vuole utilizzare la contro-cartografia come espressione alternativa, per tracciare percorsi, storie e geografie emotive dei migranti nel la zona. Questa attività, svolta in collaborazione, serve a mettere in discussione i pregiudizi della cartografia, le convenzioni e sfidare gli effetti di potere predominante della mappatura.